venerdì 5 marzo 2010

Se ci fosse acqua, qui ci fermeremmo a bere.
Se ci fosse spazio ci stenderemmo sulla terra bruciata. È un paesaggio nero di scogli e di fichi d'india, arrivati nel mezzo dell'ora contraria all'incrocio dell'ultimo avamposto nazionale. Una vipera attraversa cinque metri d'asfalto, la guardo con apprensione, che la prima serpe che abbia mai visto vivere non sia la prima che devo veder morire.
I sandali friggono la pelle dei piedi, stasera ci schiacceremo le bolle nell'aria fresca di un seminterrato in prestito.
Estranei di luoghi che fanno bollire il sangue. Un richiamo più forte della nostra memoria. Il niente.

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