domenica 14 marzo 2010

linee

Porto un gessetto sempre con me, devo fidarmi delle mie disposizioni. E così nei momenti di lucidità segno confini, traccio geografie, scrivo cartelli autostradali. E bisogna scrivere. Scrivere ed essere profondi, scrivere e parlare, e guardarsi con gli occhi bene aperti. Bisogna dire e dare forme a quello che vediamo, con attenzione, cercando di restare fedeli ai contorni, guidando la mano, tenendo a bada la fantasia.
E parlando mi spoglio, e spogliandomi acquisto forza, e con la forza divento altro, e sono già via.
Nuda e senza più nulla da nascondere perché accecato dal bagliore della mia pelle tu non sappia più colpire.

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