E poi si va giù, per un piede messo male. Succede una cosa, una piccola o grande mutazione di stato ed è come se avessi guardato negli occhi della Medusa. Tutto scompare attorno tranne la lunga linea del battiscopa che scorri a destra e sinistra con lo sguardo mentre ti offrono un bicchiere, aspetti il bus, tieni la tazzina tra le mani, ti asciughi i capelli, giri la chiave nella porta, ti pieghi a raccogliere la borsa… quella lunga striscia di marmo su cui s’è fatto morbido uno strato di polvere ignorata… quanti misteri che nasconde…
venerdì 24 giugno 2011
domenica 19 giugno 2011
Non è il rumore dei tuoi piedi, questo. Sento un piccolo tocco secco e doppio, una coppia di piccoli tocchi, uno asciutto, l’altro più acuto. Le tue suole sono di gomma, e non fai rumore nel camminare.
Io ho pensieri pesanti come clarks, sentimenti instabili come ballerine e parole lunghe che creano solchi temporanei, come le pinne sulla sabbia.
Quando ero giovane e immortale ho acceso mutui sul mio futuro, scadenze bisettimanali, rate mensili, cambiali semestrali di incontinenze umorali.
Arrivi silenzioso e fischi, io sobbalzo impaurita e ogni volta scivolo all’indietro sul mio estratto conto biografico di necessarie virtù.
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