Continue lettere di addii ripetuti, confessioni reiterate, abbracci ultimativi, addi, ritorni, fughe e vacanze. Mani e sorrisi. E quella foto che ho rubato, dove hai una maglia che non conosco e poggi il braccio in un modo che non ho mai visto. Tutto quel rosso, il tuo rosso, quello che ogni volta sei tu. Quel rosso al collo di chiunque, ogni volta sei tu. Hai gli occhi lucidi e tristi e somigli tanto alla tua immagine.
Ora che non mento più, ora che ti dico ogni cosa, che ti ritrovo nella paura e nei miei attacchi di panico, ora che non ho spettatori attraverso con te la notte, dialogo con le ombre, verso le viscere.
sabato 13 febbraio 2010
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