sabato 13 febbraio 2010

C’è la paura che ti colpisce in viso, come onde continue, allora serve chiudere gli occhi, serrare le labbra, e remare come se non ci fosse altra via d’uscita.
Ma c’è la paura che sale dai palmi dei piedi. Si impossessa delle ossa e arriva allo stomaco, e sale nel petto, si accomoda sullo sterno e lì resta, come tenia, a svuotarci.
A volte la paura è solo soffio d'aria alle spalle, è tiepida e sembra una carezza, ti avvolge come una mano che riconosci, sussurra, ti confonde. E può capitare che copra gli altri rumori, può succedere che non ti faccia sentire le voci giuste.
Anche stare bene fa paura, avere qualcosa da perdere fa paura. La meravigliosa libertà di muoversi tra oggetti che non ci appartengono e a cui non apparteniamo.
Da cui.
Mi spaventa questo vuoto intorno. Le parole lanciate che tornano indietro, se chiudo le prospettive i pensieri rimbalzano sul muro che divide oggi da domani.

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