lunedì 4 gennaio 2010

p.m.m.

Marco ha una casa su un ghiacciaio. L’ha comprata ma non è mai riuscito ad arrivarci. Di solito inizia la scalata, cammina quasi in verticale con il vento contro, ci arriva proprio vicino, allunga la mano anche se manca un paio di metri alla porta e poi scivola. Inizia un capitombolo implacabile verso la valle e per quanto tenti di fermare la discesa proprio non ce la fa. Ogni volta ricomincia daccapo.

Gaetano aveva i capelli molto lunghi quando l’ho conosciuto. Non era qualcosa di originale perché tutti loro avevano i capelli molto lunghi e decisamente simili: tonalità differenti di castano, tutti mossi, a volte crespi, e li portavano sempre legati in una coda morbida sulla nuca. Se ci penso ora mi è difficile ricordarli. Adesso hanno tutti i capelli corti, nessuno ha resistito.
Gaetano è stato forse l’ultimo a tagliarli, ha fatto una lunga treccia e con una sola sforbiciata ha detto addio a tutto.
Ha conservato a lungo la treccia, credo che fosse un simbolo del suo cambiamento. Tra tutti lui è quello che è cambiato di più, se c’è una progressione nelle mutazioni, se esiste una scala di valore, lui è quello che ha avuto il cambiamento migliore e più radicale. È sceso a patti con le sue debolezze e ha scoperto le sue forze, ha detto addio ai tentennamenti e ha tirato fuori la risolutezza.
Poi un giorno ha preso la treccia e l’ha buttata nel camino. Dice che ha fatto un gran fumo e una gran puzza, io credo fossero i pensieri racchiusi di un’adolescenza costipata.

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