lunedì 4 gennaio 2010

continua a parlare

C’è il teschio di un gatto nelle mattonelle della mia stanza.
Sono spaventata dai ricci quando l’acqua è scura, ma mi ha detto di non aver paura e non ne ho.
Ho salutato gli amici per andare via e per tornare, ma ho dimenticato di rimettere il tappo sulla bottiglia, cosa ne sarà?
Quest’anno abbiamo distillato fiori, ma lui non si lamenta più perché c’è troppa neve e ha le labbra secche. Ora gli va bene tutto e non c’è più nulla su cui mentire.

Sei una tovaglia bianca sul tavolo della colazione, sai di sapone e hai tagliato i capelli. A Pasqua era troppo presto, non pensi? Eppure io sostavo nel tuo rispetto. Ma quanto è lontano luglio? Abbiamo scritto le stesse cose, perché anche tu hai visto i gusci morti delle cicale, ma ci sono sempre Bodini e Verri, e la ricostruzione degli eventi. Facciamo ordine, a me il letto, che mi piace disegnare e portarci il pranzo, tu prendi il tavolo, che ti piace scrivere e tirare pugni. Potrei stendere le lenzuola su un telaio e scrivere la nostra giornata, potresti cucire tovaglioli e dipingere i nostri figli.
Ora che la realtà è arrivata sui nostri cuori possiamo anche sorridere e smettere di far tremare le mani. Ripensa allo yoga e alzati in aria, continua a parlare, non smettere ora.

2 commenti:

  1. quanto riesco a esserci in queste emozioni. mi portano tanto indietro che non vorrei.
    continua a scrivere

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  2. Sono le mie mattonelle, quello su cui mi affaccio sempre, il calore e la nostalgia, tanto più belle perché tanto lontane

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