venerdì 11 novembre 2011

18-12-2009

Attento quando giochi, i crateri si allargano e la strada sprofonda sotto i tuoi piedi.
Sulla luna non si cade mai, ma qui evaporiamo velocemente.
Nelle stanze umide colano i discorsi lungo le pareti, strisciano nel sonno e ci convincono che non siamo nulla. Il mare nei sogni e gli abbracci che mancano. Quello che non ho più e quello che tornerà. Lucido nella mia mente il pensiero, crolla sotto i colpi della non forza. I ritornelli non servono, restano le canzoni per addormentarci. La strada a piedi di notte per il mio mp3 già stanco di ripetersi. La saliva sputata troppo presto e sedevo nella tua auto come un autostoppista preso al semaforo. Un ospite inatteso e non voluto, ai calci contro il muro preferisco le mani che accarezzano l’intonaco, mentre gemi nel piacere del mio corpo. Il freddo sul petto si scioglie con l’amore che mi do, poco e inadatta a conservare la dolcezza ignorata. Nella catena dei discorsi non chiusi che non avremmo mai dovuto aprire, e i telefoni muti e le lettere cancellate.
Abbiamo vissuto solo quel po’ che è sfuggito al nostro controllo, ne avremmo fatto bene a meno ma non abbiamo resistito ad un richiamo istintivo. Smettiamo di calpestarci i sentimenti e i desideri, smettiamo di dirci addio e di salutarci coi nostri bei grembiulini azzurri.

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