sabato 20 febbraio 2010

È con il sesso che mi comunica la sua devozione, posso entrare ovunque. Mi guarda, sorride. È lì, mi dice sono qui, mi dice che posso fare quello che voglio. Ha la pelle bianca, sembra rilucere sul mio letto oscuro, nei miei pensieri senza luce. Il suo calore, la pelle, il suo corpo morbido. Affondo la faccia nella sua pancia, la pelle mi copre le narici, non so più respirare. La sua mano sulla nuca, tra i capelli. La voglio. Voglio entrarle nella pelle, trasformarle i pensieri, sentire il suo grido. Il buio mi è entrato dentro. Con gli occhi chiusi affondo la testa tra le sue gambe. È dolce e profumata, è profonda e calda. Lei è lì che mi aspetta e non riesco a reggere la sua attesa, non posso che tradirla. Mi chiede di continuare, ma non mi muovo, la guardo. I brividi sulla sua pelle, si contorce, vuole vuole di più. Ma io non ho di più da darle. Le mie mani, la bocca, il sesso, questo posso darle, e che lo senta. Che senta la sua solitudine.
Le metto una mano sul fianco, la faccio girare, la sua schiena, i glutei. Le infilo un dito tra le gambe, cerco un varco, le sue aperture. Le lecco la schiena, la mordo, scendo lungo le gambe, risalgo, di nuovo al centro, di nuovo nel suo sesso. Mi bagna la bocca, il naso, il mento, non posso farne a meno. Faccio scivolare una grande quantità di saliva sull'ano, la bagno, la apro, le entro dentro.
Ora le faccio male, ma lei si sottrae solo un po', si sposta un attimo e subito mi si rimette sotto ubbidiente. Prende quello che le do, si apre a me, lei non vuole deludermi. Lei è forte, lei sa accogliere a tenere, lei mi stringe, ma io ho un braccio solo. Le brucia, vuole che finisca in fretta, ma io vado piano. Mi muovo lentamente, l'attrito le è insopportabile, ma io continuo così, piano, quanto resisterà? Il mio gioco che mi gioca, la mia proprietà che mi possiede.
E poi il piacere mi chiude gli occhi e mi gonfia il ventre, mi consuma.
Io mi svuoto e lei si riempie di me.

Nessun commento:

Posta un commento