La notte si fa tagliare dalla sfera sottile di una penna. Lascia i suoi odori fuori dalle porte serrate. Su questo materasso è inciso il peso specifico dell'insonnia, macchiato dell'umido dei miei ospiti.
Un libro di tanto tempo fa che torna a raccontarsi, poggiato alla mia spalla scossa.
Il vuoto e l'assenza con cui sciacquo il viso a ogni tramonto, un bracciale arrugginito, un frammento d'unghia.
Oggi una cicala scandisce il tempo, segna l'andamento pendolare della mente dove è rimasta conficcata una zeppetta a lasciare aperte le porte. Per quanto, ancora.
sabato 31 luglio 2010
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