domenica 14 marzo 2010

disarcionati

Ho amato un ragazzino intimidito che si nascondeva dentro la pelle del suo giubbotto. Ora è un uomo impaurito che si nasconde dietro un accento del nord su lunghe vocali strascicate. Ho amato un diciassettenne indurito che temeva di guardarmi dritto in faccia, ma non fuggiva le sue paure. Ho amato un uomo forte che ha dimenticato la tenerezza e la fiducia, amo ancora il suo maglione sformato e la scrittura appuntita, il posto tra le sue braccia e i capelli sulla nuca. Ho amato donne meravigliose, le ho seguite e accompagnate, le ho abbracciate e consolate mentre ci scambiavamo i vestiti e reggevamo la fronte. Mi sono persa e ritrovata, mi sono strappata per seminare brandelli, mi sono bruciata e ho respirato ogni volta di nuovo. Ho amato uomini che mi hanno toccata solo con la mente, ho tenuto le loro mani mentre sul lunotto scendeva l'acqua, li ho amati senza muovere le labbra. Ho amato un corpo illuminato dalla mia fantasia, sottratto alla quotidianità dalle mie aspirazioni artistiche, stuccato su un affresco per dimenticare la monotonia.
E ora mi dicono che non si ama più, perché ora abbiamo paura.
Ora mi dicono che bisogna inventare nuovi discorsi per non parlare veramente. Ora mi dicono che bruciarsi e giocarsi fa diventare seri: ma questi mentono!
Noi abbiamo sempre riso. Ci siamo fatte gli addominali tra gli spasmi dei denti, noi passiamo ore su letti sfatti a rovistarci dentro. Arrivano voci di generazioni impaurite, raccontano che negli anni zero i rapporti sono a progetto e le mani si stringono con l'Amuchina. Dicono che dobbiamo conservarci, metterci da parte, versarci in banca. Dobbiamo crearci un avatar che ci permetta di restare dove siamo senza fare fatica.
Ma siate marinai!
Fatevi bagnare dal mare ghiacciato, fatevi venire le bolle sotto i piedi, abbiate fame. Affrontate il mare aperto, perdetevi, Dio santo, perdetevi! Vomitate parole, vomitate emozioni, buttate fuori, alleggerite gli intestini. Create cadaveri leggeri, spogliatevi, vendetevi, regalatevi, passatevi di mano in mano. Fatevi mangiare e digerire, fatevi leggere e buttare.
Siate marinai, createvi delle rughe originali, delle cicatrici invidiabili, marcitevi i denti e seccatevi la bocca. Deridete la paura e l'avarizia, alzatevi in piedi di fronte a una donna, sollevatele la gonna, baciatele la mano. Tiratele i capelli, prendetela di spalle, soffiatele nell'orecchio. Ditele che la amate, mangiatela, bevetela, regalatele la vostra voce, fatevi ponte per lei, strada per lei, barca, brocca, vino. Ditele che non la farete andare via, ditele che non la porteranno via da voi. Regalatele un'alcova, sciogliete i suoi lacci e datele la libertà.
Come colomba, lasciate che torni libera a voi.

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