martedì 28 luglio 2009

1.
L’amante tace. Cerca pace per le parole morte sulla lingua. Cammina in una terra che è solo sua.

2.
Sul verde dei colli si è rifugiata la speranza. Preziosa si fa difendere dalle bestie, scoraggia i viaggiatori e resta solitaria in attesa. Ma io non so raggiungerla e l’anima si chiude su un seme vuoto, trafitto dalla paura.

mercoledì 22 luglio 2009

Le cose dette, e quelle fatte, hanno bruciato la nostra innocenza.
E noi abbiamo perso la sola possibilità per essere nuovi.

sabato 18 luglio 2009

«E’ tanto bella lei,
certo rinascerà.
Il vostro
trentesimo secolo
sorvolerà
lo sciame di inezie che dilaniano il cuore.
Ci ripaghiamo ormai
dell’amore non vissuto
con le stelle di notti senza fine.
Risuscitami,
non foss’altro perché
da poeta
t’ho atteso,
ripudiando le assurdità d’ogni giorno!
Risuscitami,
anche solo per questo!
Risuscitami:
voglio vivere tutta la mia vita!»

V. Majakovski

venerdì 17 luglio 2009

L’amore è un taglio sulla bocca
e non so più parlare
Nascondimi gli occhi con le mani
Che io non veda i tuoi regali

mercoledì 15 luglio 2009

via delle palme

Quando fa così caldo è un’ottima abitudine aprire le porte e lasciare che il vento estivo scorra liberamente. Sono giorni di numerosi segni che indicano un’unica direzione. Sono giorni di riappacificazione, sembra quasi che stiamo imparando a parlare in un’unica lingua.

Il libro di cui non so parlare

«"Mi dica un'ultima cosa" chiese Harry. "E' vero? O sta succedendo dentro la mia testa?"
Silente gli sorrise e la sua voce risuonò alta e forte nelle orecchie di Harry anche se la nebbiolina luminosa stava calando di nuovo e nascondeva la sua sagoma.
“Certo che sta succedendo dentro la tua testa, Harry. Ma perché diavolo dovrebbe voler dire che non è vero?"»

domenica 12 luglio 2009

Scivolando sulla maniglia della nostalgia
Riflessi di ottone sulle mani bianche
Sorrido del passare sotto quest’arco
Ma la corrente difforme affanna la vista.
Nell’afa della nuova estate
Guardo il fiore che travolse l’anno
E penso alla musa alata che ha perso ancora il passo.

La mia signora gioca a confondermi
Nella ricerca di nodi nascosti
La memoria giace sotto di me
Incaglia il piede nelle trame intrecciate
Sorregge il peso di un vivente incerto.
Mentre camminiamo colti all’improvviso da un bagliore nuovo
Cerchiamo l’appoggio di una radice salda
Per non trovarci soli nelle creazioni madreperlacee
di un’aracnofobia ripudiata.
«Amanti! Miserere,
miserere di questa mia giocosa
aridità larvata di chimere!
»

G. Gozzano

venerdì 10 luglio 2009

Ha arrangiato la voce, accordata sul silenzio della stanza notturna. Ha guardato a lungo in quegli specchi scuri per cercare il suggerimento alla domanda. Può sbagliare, toccare il tasto laterale e perdere l’incontro. Sarà arrivata tardi?
Mentre la frutta galleggia provano a sprofondare nel mistero del loro essere vicini, accarezzando le soluzioni nel timore di violarle.
Gli accarezza il volto e i capelli, ascolta il respiro, non chiede di sapere. Non vuole essere l’unica con in mano il giudizio da darsi ogni mattina in preghiera, saltando sui vuoti tra le sue pieghe.

giovedì 9 luglio 2009

Persae

«questo dolore ha troppi volti»
Non tutto è cancellato,
il pane né la neve,
nella terra impastata.
La nave torna al porto.
Non so dire il calore,
né il nuovo fresco.
Non so dire l’amore.
Conservo collane di pesca
per il soffio del vento

lunedì 6 luglio 2009

Nel giorno dell’indipendenza ho contato le mie ceneri. Sui fili d’erba con passo nudo ho scavalcato i miei ricordi. Tornerò per vedere cosa è cresciuto.

venerdì 3 luglio 2009

borderò

Avremmo potuto fare di più. Avremmo potuto farlo meglio. Avremmo potuto ascoltare un po’ di meno e parlare un po’ di più. Avremmo dovuto fare la fila per prendere l’ostia, potevamo saltare in piedi con la mano più in alto. Potevamo aprire la bocca e lasciare la voce risuonare più forte. E non avremmo dovuto ascoltarci. Dovevamo prenderci meno alla leggera, concentrarci su altro fuori dalle nostre orbite cerebrali. Ma siamo caduti in un avvallamento di emotività, il personale ha preso il sopravvento, l’ora dopo le prime otto è diventata più importante. Abbiamo creduto che la lotta fosse un po’ anche lì, che le energie andavano suddivise.
Avremmo dovuto non restituire la precarietà, fingere che fosse giusto così e correre nella nostra ruota. la folla e in ogni luogo e le aule sono già piene, forse dovevamo camminare sulle teste.